Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.)

apr 18, 2018   //   by nutribo   //   Alimenti stagionali, Tutto l'anno  //  No Comments

Finocchio - Nutrizionista Bologna Serena TassinariCome ogni anno durante le feste natalizie ci si lascia andare ai piaceri della tavola, rimandando ogni senso di colpa all’anno nuovo.

Ed ecco che dopo la notte di San Silvestro, carichi di buoni propositi, possiamo cominciare a dedicarci alla cura del nostro corpo. Un ottimo punto di partenza è sicuramente rappresentato da una sana e corretta alimentazione quotidiana.

A tale proposito vi è un ortaggio, appartenente alla famiglia delle Umbelliferae, dalle benefiche proprietà e facilmente reperibile tutto l’anno: il finocchio.

Ampiamente coltivato negli orti di tutta Italia per la produzione del grumolo, una struttura compatta costituita dall’insieme delle bianche e carnose guaine fogliari, viene raccolto in tutte le stagioni dell’anno a seconda della zona di produzione.

E’ una tipica pianta mediterranea dalla storia molto antica. Originaria della pianura di Maratona in Grecia, dove cresceva spontanea e veniva chiamata marathon, grazie ai Romani si diffuse nel resto dell’Europa. Se ne conoscono diverse varietà: il Bianco Perfezione, il Bianco dolce di Firenze, il Finocchio di Parma e quello di fracchia, il gigante di Napoli ed il Grosso di Sicilia.

Finocchio - Nutrizionista Bologna Serena TassinariAd oggi le  maggiori produzioni sono in India, Egitto, Pakistan, Cina, Indonesia ed Argentina. Il successo di questo ortaggio è dovuto alle sue molteplici proprietà e all’utilizzo di tutte le sue parti: i fiori, le foglie, il bulbo ed i frutti (impropriamente chiamati semi) dai quali si estrae, per distillazione in corrente di vapore, l’olio essenziale.

Quest’ultimo contiene prevalentemente anetolo, una sostanza che dona al finocchio spiccate proprietà digestive e carminative e che lo rende indicato nei disturbi dispeptici quali lievi affezioni gastrointestinali, gonfiore e flautulenza.

Durante l’allattamento l’infuso di finocchio è efficace per stimolare la montata lattea, per ridurre le coliche gassose dei neonati e per donare al latte materno un sapore dolce e gradevole. Il finocchio esercita, inoltre, un’azione secretolitica ed espettorante rappresentando, quindi, un valido aiuto durante le infiammazioni delle prime vie respiratorie. A livello locale si possono applicare impacchi di olio essenziale per alleviare lievi dolori muscolari e reumatici, mentre l’infuso dei frutti è utile per lenire gli occhi arrossati in caso di congiuntivite.

A questo fine il finocchio veniva utilizzato anche in passato, tanto che lo scrittore latino Plinio ne aveva ampiamente descritto le virtù. In un racconto, in particolare, si narra che, dopo la muta stagionale, i serpenti erano soliti sfregare il proprio corpo contro piante di finocchio per eliminare dagli occhi gli eventuali residui di pelle che gli avrebbero offuscato la vista.

Sicuramente più attuale ma anche meno poetico è invece l’utilizzo del finocchio da parte dei cantinieri dei giorni nostri. La curiosa espressione “lasciarsi infinocchiare”, infatti, sembra derivare proprio dall’abitudine dei venditori di vino di offrire spicchi di finocchio ai potenziali acquirenti per la presenza di sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente.

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