Lenticchie: la fortuna vien mangiando!

set 5, 2013   //   by nutribo   //   Alimenti stagionali, Inverno  //  No Comments

Lenticchie - Nutrizionista Bologna

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Ormai da qualche anno è esplosa anche in Italia la mania del gioco: bingo, lotto, superenalotto, gratta e vinci sono solo alcuni esempi. In questo mese, in particolare, sale la febbre per l’acquisto dei biglietti della lotteria nazionale di Capodanno poiché, è noto, un biglietto vincente può rendere milionari. Ma non solo i numeri portano fortuna. Ed ecco che accanto a chi gioca quelli ricordati al risveglio da un sogno o a chi si ferma in autogrill alla ricerca di un biglietto fortunato c’è ancora chi confida in un semplice ingrediente della nostra cucina come simbolo di buon auspicio per l’anno nuovo. E’ infatti una tradizione che non tramonta quella di arricchire le tavole già imbandite dei cenoni della notte di San Silvestro con un tipico “fortunato” contorno: le lenticchie.

L’usanza di mangiarle l’ultimo giorno dell’anno deriva da un antico rito pagano secondo cui il consumare questa pietanza porti fortuna e, soprattutto, molti soldi. Per l’occasione, anticamente, era anche tradizione donarsi vicendevolmente un portamonete stracolmo di lenticchie con l’augurio che si potessero trasformare un giorno in monete d’oro.

Ma perchè proprio le lenticchie? Secondo il parere di molti esperti sarebbe stata la loro somiglianza con le monete a dare origine a questa usanza che, protrattasi nel tempo, è sopravvissuta fino ai nostri giorni. Ma la similitudine con le monete non è l’unica peculiarità di questi semi rotondi che, grazie alla loro forma, hanno anche denominato le classiche lenti di vetro. Fin dal passato, infatti, si diffusero in tutto il Mediterraneo, diventando un importante componente della dieta dei popoli della Grecia e dell’antica Roma tant’è che il nome di una delle famiglie capitoline più prestigiose, quella dei Lentuli, deriverebbe proprio da questo legume.

L’ elevata considerazione di cui gode emerge anche dal racconto biblico secondo cui Esaù, figlio di Isacco, per un piatto di lenticchie, vendette la sua primogenitura al fratello gemello Giacobbe. Che avesse torto o ragione non ci è dato saperlo, quel che è indubbio è il loro elevato valore nutritivo che lo salvò dalla morte.

Sono, infatti, molto ricche di proteine (circa il 25%), carboidrati (54% ca.), fibre (14% ca.), vitamine (A, B1, B2, PP, B6, B9, C) e minerali (Sodio, Potassio, Ferro, Calcio, Fosforo, Magnesio, Zinco, Rame, Selenio).

Il sapore varia a seconda delle dimensioni e del colore. Le più gustose sono generalmente quelle a seme piccolo. Tra le varietà più pregiate meritano un cenno le lenticchie di Castelluccio di Norcia, molto piccole e particolarmente saporite. Da non dimenticare anche le lenticchie verdi di Altamura, quelle grandi di Villalba e quelle marrone scuro di Ustica. Quest’ultime, in particolare, crescono sui terreni vulcanici dell’isola e sono ancora oggi coltivate con antiche pratiche manuali.

Di qualsiasi varietà esse siano, non potranno comunque mancare sulle vostre tavole nella notte più attesa dell’anno. Servitele a fine cena, anche dopo il dolce e, allo scoccare della mezzanotte, buttate un occhio al vostro portamonete. Non si sa mai, la fortuna potrebbe esser giunta direttamente dalla vostra tavola.

Felice 2009 a tutti.

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